Romagna in Fiore + Etnik, Dado, Made, Boost e Yama

Rotonda Santa Chiara

Artisti

Sulla loro pagina Facebook trovate scritto: l'Associazione di promozione sociale Romagna in Fiore nasce nel 2007 con lo scopo di promuovere il writing, l'arte di strada e le discipline che ruotano attorno al movimento culturale dell' Hip-hop. Ma quello che fanno è molto di più di queste poche righe. Checco, Fede, Burla, Luke e tutti gli altri ragazzi sono artisti e amici con una sensibilità importante e la voglia incontenibile di colorare le città romagnole. Ma mai una volta che nelle loro opere manchi un senso, un significato, un messaggio. Tra i colori delle loro opere fortemente identitarie e legate al mondo dei graffiti e del writing si colgono sempre preziosi e inaspettati riferimenti al contesto in cui si trovano. E l’opera della Rotonda Santa Chiara, una delle opere collettive più grandi in Europa ne rappresenta in pieno lo spirito.

Per decorare una delle rotonde più trafficate della Romagna hanno chiesto la collaborazione di mostri sacri del graffiti-writing italiano come Etnik (maestro della prospettiva e della scomposizione artistica), Dado (padre fondatore del writing emiliano), Made (con le sue inconfondibili forme rotondeggianti), e i più giovani Boost e Yama che generano macchie di colore con forme e scritte enormi.

Tema ed esegesi dell'opera

Piccola esegesi: tema del festival era il Risorgimento e sotto l’attenta direzione artistica di Checco “Noname” Ricci Lucchi una ventina di artisti ha decorato le infinite pareti del sottopassaggio ferroviario omaggiando la storia dei treni e delle ferrovie romagnole. L’opera rappresenta una maestosa veduta aerea della Romagna con le città e i luoghi posizionati prospettivamente nella direzione reale (Bologna è dov’è Bologna realmente, così come Faenza, il mare) e si nota l’alternanza delle piante cittadine riproposte fedelmente in una fotografia risorgimentale, le principali stazioni dell’epoca (alcune delle quali tutt’ora funzionanti) e i treni (vagoni e locomotive) fedelmente riprodotti come gli originali. Intorno a queste rappresentazioni si muove il territorio, dalla Romagna con la Caveja, la Pallacorda, il Passatore, alla Toscana con la Firenze scomposta di Etnik che mostra la Stazione Leopolda, il campanile di San Niccolò e la Fortezza da Basso, fino al profilo del mare e della riviera giunti ormai in via Gorizia. Storia e geografia della Romagna attraverso la chiave di lettura di treni e ferrovie proprio mentre sulla testa degli osservatori passano i treni sul cavalcavia.

Il Muro, il Contesto e le Storie

Decine di volontari a colorare gli sfondi infiniti di quest’opera, grigliate e chiacchiere con artisti a bordo strada, la confusione incessante delle macchine che scorrono nel sottopassaggio, secchi di vernice che passavano pericolosamente da un lato all’altro della strada. Checco che mancava solo piantasse una tenda per dormirci alla rotonda nella primavera/estate del 2019. Eravamo sempre tutti lì, a colorare insieme la strada. Gli automobilisti che passavano suonavano il claxon, qualcuno per urlarci di andare a lavorare ma quasi tutti per applaudire e farci i complimenti. La decorazione della rotonda è stata un’esperienza bellissima perché mentre in Barcaccia eravamo al chiuso e nascosti, qui tutto questo movimento era alla portata di tutti i passanti. Ecco allora che le persone si fermavano a condividere punti di vista con Checco, chiedevano curiosità e significati. Tante persone hanno proposto altri muri da decorare, il tutto sotto l’attento sguardo del signore che abita nella capanna affianco all’ex Eridania e che ci veniva a tirare le orecchie se inavvertitamente lasciavamo a terra qualche tappino o qualche macchia di vernice. La street art è dialogo e confronto, i muri parlano e fanno parlare, anche a voce alta perché se no non ci si sente per il rumore del traffico.

Per vedere l’opera nella sua interezza partite dalla ciclabile di viale Matteotti e percorrete il lato est del sottopassaggio, raggiungete la rotonda di via Gorizia e attraversate verso il lato ovest, ripercorrete a ritroso quel lato e arrivati al distributore che c’è sulla rotonda non dimenticate di attraversare anche io passaggio elevato che vi riporterà al punto di partenza, non prima di aver salutato un affannato Garibaldi intento a varcare il suo personale Rubicone. Se da ovest osservate il lato est e viceversa potete apprezzare le opere nella loro interezza.